Nel settore del
lavoro domestico, i dati DOMINA offrono uno spaccato più approfondito rispetto ai dati
INPS. I dati dell’Associazione, infatti, permettono di conoscere meglio la tipologia di contratto di lavoro utilizzato dalle famiglie, la convivenza o meno, le informazioni sulla retribuzione e molto altro. Essendo riferiti ad un campione (pur molto ampio), non coincidono esattamente con la fonte amministrativa.
Per riuscire a dare la giusta interpretazione dei dati, diventa dunque importante capire le
principali divergenze. Vediamole insieme.
La prima analisi delle fonti evidenzia che i dati forniti dalle
famiglie all'INPS in fase di assunzione sono indicativi, hanno un valore di media e molto spesso non riescono a fotografare la situazione nel dettaglio. Ad esempio, i dati INPS riportano solo la
distinzione tra colf e badante, mentre la realtà del CCNL offre una varietà più ampia di posizioni. Di contro, i dati di DOMINA, sono analitici nello svolgimento del rapporto: malattia, ferie, maternità, straordinari, superminimi, etc.. Inoltre, l'analisi territoriale mostra una prevalenza del campione nel NORD-OVEST e nel CENTRO a discapito delle altre aree. Questo è dovuto ad una forte presenza di lavoratori domestici nel Lazio (22,1%) e in Lombardia (27,8%).
Malgrado questo sbilanciamento, i dati DOMINA coprono tutto il territorio nazionale e la
distribuzione dei dati si avvicina molto a quella dell'INPS. Anche l'analisi della nazionalità dei lavoratori domestici porta lo stesso risultato. I valori sono simili con una
minore presenza di italiani che può essere dovuta alla diversa tipologia di lavoratori. Questi hanno contratti più lunghi e quindi rientrano in misura minore in lavori occasionali domestici utilizzati dalle donne italiane negli anni di crisi economica.
Sul
genere si riscontra una lieve differenza: nei dati DOMINA sono maggiormente presenti lavoratori “uomini”: il 21% dei lavoratori domestici DOMINA è di genere maschile, contro il 12% dei lavoratori INPS. In ogni caso è netta la predominanza femminile in questo lavoro.
A livello di
classe d'età non si hanno particolari differenze, l'età media è molto simile: 46 anni per l'INPS e 45 per DOMINA. Dalla distribuzione delle classi d'età si evidenza come ci sia una quota maggiore di lavoratori DOMINA tra i 30 e 39 anni e minore tra i 50-59 anni, da cui un'età media leggermente inferiore.
Differenze dal punto di vista contrattuale
Il primo dato da tenere in considerazione è che il 94% dei contratti DOMINA è a
tempo indeterminato, valore non riscontrabile nei dati INPS che non danno informazioni sulla tipologia di contratto.
Riusciamo però a mettere a confronto la durata dei contratti. L'INPS ha un osservatorio annuale, ma il 54% dei lavoratori non arriva a completare l'anno. In particolare, il 10% non supera i 2 mesi di contratto, percentuale simile al numero di lavoratori DOMINA che ha un contratto inferiore ad 1 anno.
Questi dati ci fanno capire la reale diversità dei lavoratori DOMINA rispetto a quelli INPS. L'INPS raccoglie tutti i dati di
lavoratori domestici che hanno ricevuto almeno un versamento contributivo durante l'anno, quindi anche i lavoratori occasionali. La
banca dati DOMINA è caratterizzata da lavoratori che hanno una
continuità professionale. Si tratta di lavoratori fidati che proseguono negli anni la loro attività.
Ad esempio, il 57% del campione lavora da oltre 5 anni. Le famiglie si rivolgono all'Associazione DOMINA anche quando il rapporto di lavoro è già iniziato, a seguito di una serie di esperienze finite male, o per farsi difendere in caso di vertenza di lavoro. I dati sono tratti dal
Dossier DOMINA n.1, scaricabile gratuitamente sul sito.