Sanatoria 2020 e lavoro domestico: i dati statistici su colf e badanti

Grazie alla sanatoria, i lavoratori domestici regolari in Italia aumenteranno del 21%

Al Sud l’impatto più forte: +56,6 in Campania, +33,4% in Puglia, +30,2% in Calabria.
I dati statistici su colf e badanti , elaborati dall’Osservatorio Nazionale DOMINA sul Lavoro Domestico, saranno pubblicati nel nuovo Rapporto sul settore.

I numeri della Sanatoria nel Rapporto annuale sul lavoro domestico.

Se tutte le 176.848 domande di sanatoria relative al lavoro domestico venissero accolte, in Italia avremmo un incremento del numero di lavoratori domestici regolari del 20,8%. È il dato statistico più significativo relativo alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri, un’anticipazione del 2° Rapporto annuale del settore. Il nuovo testo sarà pubblicato a gennaio 2021 dall’Osservatorio Nazionale Domina sul Lavoro Domestico.
Regolarizzazione colf e badanti: le statistiche nazionali e i dati regionali
I valori variano notevolmente a livello locale: in Campania si registrerebbe l’incremento maggiore (+56,6%) e, in generale, al Sud l’impatto sarebbe più forte: +33,4% in Puglia e +30,2% in Calabria. Il settore lavoro domestico rappresenta l’85% delle 207.542 domande di regolarizzazione inoltrate al Ministero dell’Interno.

Secondo alcune stime contenute nel Rapporto dell’Osservatorio, sarebbero 311mila i lavoratori dei servizi alle persone e alle famiglie senza permesso di soggiorno, ovvero potenziali beneficiari della regolarizzazione. Il 57% di essi, dunque, tra giugno e agosto, ha chiesto di essere regolarizzato. Quasi il 70% delle domande si riferiva a colf (122 mila), il 30% (poco più di 50mila) a badanti , l’1% a baby-sitter (meno di 2mila). 
Il 90% delle regolarizzazioni si concentra in 10 regioni. In Lombardia il maggior numero di richieste (47.357), seguono Campania (26.096), Lazio (18.985) ed Emilia Romagna
(18.107).
I dati sulla provenienza dei lavoratori domestici
Rispetto al Paese di provenienza, ai primi posti risultano Ucraina (18.639, pari al 10,5%), Bangladesh (16.102, il 9,1%) e Pakistan (15.614, il 8,8%). A seguire: Georgia e Marocco. Va segnalata una forte frammentazione delle provenienze dei lavoratori.

Immigrazione e lavoro domestico irregolare

Il lavoro domestico irregolare in Italia dipende in parte dalla presenza sul territorio di persone provenienti da Paesi non Ue e prive di permesso di soggiorno, entrate illegalmente o rimaste sul territorio dopo la scadenza del permesso. “Le famiglie datori di lavoro, pur compiendo un illecito nel momento in cui fanno lavorare domestici senza
documenti, svolgono una funzione sociale e di prevenzione, favorendo comunque l’integrazione di queste persone ed evitando loro di finire nella rete della criminalità”, dichiara Lorenzo Gasparrini , Segretario Generale di DOMINA, Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico. “Con l’emergenza COVID-19 , la situazione è
ulteriormente peggiorata quando i lavoratori domestici senza contratto regolare, almeno quelli non conviventi, non potevano recarsi al lavoro”, continua Gasparrini. Per gli extra-comunitari era impossibile anche il rientro in patria, vista la temporanea chiusura delle frontiere.
“L’emersione dei rapporti irregolari nel settore del lavoro domestico, prevista dal cosiddetto Decreto Rilancio, ha ottenuto buoni risultati. Ce lo conferma anche il confronto con un’analoga operazione del 2012, rispetto alla quale le domande relative al nostro settore sono cresciute del 52%”, afferma Massimo De Luca, direttore dell’Osservatorio DOMINA.


Redazione DOMINA
19/10/2020
 

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