Scenario dei casi di un rapporto lavorativo che sfocia nel penale
I fatti risalgono al 2017, ma solo nei primi mesi del 2021 si è giunti al capolinea della dolorosa vicenda di abusi sessuali che ha visto protagonista un ottantenne di Pieve Tesino (TN) e la donna chiamata ad accudirlo. Contrariamente al
rapporto lavorativo domestico instauratosi tra i due, che avrebbe ritratto l’uomo in quanto debole e bisognoso di assistenza, gli eventi hanno poi capovolto lo scenario che ha visto l’anziano prima pretendere e poi passare ai fatti di un personale soddisfacimento sessuale, a scapito della
badante quarantaduenne. L’epilogo della storia è avvenuto con il patteggiamento, da parte del reo in età avanzata, per una condanna a 18 mesi di reclusione.
I reati ai danni dei lavoratori domestici
Tale evento di cronaca si inscrive nel panorama, purtroppo sempre più popolato, dei
reati di molestie subite dai lavoratori domestici che, come informa una
ricerca di DOMINA in tema di reati penali verificabili nel
lavoro domestico, è tra i casi più frequenti, vista anche la numerosa presenza femminile nel settore.
I dati su reati e molestie ai danni delle famiglie
Ma se questo è il volto della parte chiamata allo svolgimento del
lavoro domestico, sia esso di assistenza che di cura della casa, risulta indispensabile tracciare le sembianze dell’altro protagonista, la “famiglia-datore di lavoro”, così come identificata dal
Secondo Rapporto annuale sul lavoro domestico 2020.
Alla luce dell’innalzamento dell’aspettativa di vita e del conseguente aumento della popolazione over 80 -testimoniato da
rilevazioni ISTAT e dalla
banca dati INPS- le famiglie riscontrano sempre maggiore necessità di una figura da affiancare al membro non autosufficiente e, nel caso di specie, è opportuno sottolineare come il reale beneficiario della prestazione sia proprio quest’ultimo, mentre la famiglia lo sia solo di riflesso. Beneficiario, ma al contempo, maggiormente esposto, stando a quanto si evince dal
Dossier di DOMINA: “quando a mancare sono i principi basilari di un rapporto lavorativo trasparente, indubbiamente l’
assistenza domiciliare può esporre al rischio di violenze e abusi -afferma il Segretario Generale DOMINA
Lorenzo Gasparrini-. I fatti di cronaca resi noti da testate nazionali e internazionali portano alla luce i
reati penali che avvengono sia nei confronti del
datore di lavoro, sia nei confronti del
lavoratore. Cruciale, per conoscere il fenomeno dall’interno, si è rivelata la naturale rete di contatti instaurata negli anni con i
datori di lavoro domestico, unitamente a
ricerche effettuate su un campione di famiglie che hanno assunto
colf, baby-sitter o badanti” (Grafico A), a cui si aggiunge l’inevitabile confronto con i
dati nazionali ISTAT che quantifica in oltre 425mila i casi di molestie fisiche o ricatti sessuali sul luogo di lavoro (Grafico B).
A fronte delle stime registrate, non passa inosservato il trend che conduce verso la
mancata denuncia di atti criminosi, ma se per i furti questo ammonta al 6,3%, per i reati (18,9%) e per altri fatti gravi (40,8%) è decisamente più consistente, come anche il tasso di licenziamenti a seguito dell’evento oltraggioso (dal 30 al 50%).
La medesima sorte è toccata ad una badante colta in evidente stato di alterazione psicofisica, accusata di abusi sessuali sull’ottantenne affidatole.
All’anziano di Villamaina (AV) sono state riscontrate lesioni all’addome compatibili con l’aggressione subita, costata alla donna una denuncia per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.
L’impegno dell’OIL contro violenza e molestie sul luogo di lavoro
Quanto appena esposto è emblematico della necessità di una più vivida attenzione rivolta ai potenziali
reati verificabili tra le mura domestiche che può individuare nella Convenzione dell’
Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) n.190 un segnale tangibile. L’Italia sarà il primo Paese europeo a ratificare l’impegno dell’OIL sull’eliminazione della
violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, rendendosi strumento di contrasto, così come anche interpretato dall’art.28 del
CCNL sul lavoro domestico 2020-2022 nella dichiarazione congiunta delle Parti Sociali e sottolineato dal Segretario Generale DOMINA
Lorenzo Gasparrini: “gli abusi di qualsiasi ordine e specie sono da considerarsi una reale
violazione dei diritti umani, pertanto risulta indispensabile accendere i riflettori su tali condotte inaccettabili e lanciare un appello a che si promuovano iniziative e atti concreti al loro debellamento”.
E’ essenziale porre come priorità il rapporto di fiducia tra lavoratore e datore di lavoro ed, al contempo, poter contare sul supporto di associazioni e consulenti che aiutino nella gestione dei singoli casi, così come evidenzia Lorenzo Gasparrini Segretario Generale di DOMINA: “il
lavoro domestico non è sinonimo di maltrattamenti, estorsioni o raggiri ai danni dei più deboli, ma realtà tangibile dello sforzo delle famiglie nell’adoperarsi per un sereno e proficuo svolgimento dell’attività familiare”.
Marica Lamberti
Redazione DOMINA