Il caso Italia

Sistema di welfare

Il sistema italiano di welfare è organizzato su tre livelli:
  • centrale,
  • regionale,
  • locale.
Il livello centrale mantiene la potestà legislativa su alcune materie individuate dalla legge. Le restanti competenze sono state demandate al livello regionale: le 20 regioni (di cui 5 a statuto speciale) hanno, infatti, potestà legislativa generale e autonomia statutaria. Il terzo livello è quello locale, composto dalle province e i comuni stessi (8.092), che rappresentano la comunità di riferimento, di cui difendono gli interessi e promuovono lo sviluppo.
Il sistema di welfare italiano è, oggi, imperniato soprattutto attorno al ruolo di indirizzo, programmazione ed erogazione dei livelli regionale e locale. Lo Stato mantiene un ruolo residuale nella programmazione e nel finanziamento dei servizi sociali, in particolare attraverso il riparto dei fondi nazionali destinati alle politiche sociali e a prestazioni specifiche. I Comuni, oggi, sono i principali attori del sistema e hanno il compito di programmare e gestire i servizi assistenziali. Per farlo, essi destinano una quota rilevante delle proprie risorse a quest’area di intervento.
Il sistema di welfare italiano è tradizionalmente rappresentato come composto da tre pilastri principali: la sanità, la previdenza e l’assistenza. In realtà il confine non è così definito molti interventi prendono più pilastri, come ad esempio il settore “socio- sanitario”. Inoltre, ci possono essere interventi per una categoria in tutti e tre i pilastri come per la non autosufficienza.
Il pilastro della Sanità comprende principalmente tutti gli interventi che vengono erogati tramite il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). I destinatari di questi interventi sono potenzialmente tutti i cittadini sul territorio nazionale, dal momento che la copertura è universale.
Il pilastro assistenziale rappresenta tutti gli interventi di carattere sociale che vengono erogati a diverse categorie di cittadini per rispondere a bisogni specifici, interventi che vanno da servizi a prestazioni monetarie.
Il pilastro della previdenza è costituito dal sistema di remunerazione per i pensionati e di assicurazione contro i principali rischi. Lo scopo è tutelare i lavoratori dalla perdita e dalla riduzione della capacità lavorativa.

Anziani/persone affette da patologie di fragilità
Il sistema italiano per la non autosufficienza e la disabilità prevede principalmente due tipologie di interventi: le prestazioni cash e i servizi reali. È bene precisare che ci possono essere molte eterogeneità sul nostro territorio dovute alla complessità del sistema e alla presenza di molti attori. A livello centrale si definiscono le politiche e gli indirizzi (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero della Salute, INPS).
Le regioni hanno il compito di tradurre gli indirizzi ministeriali in linee di programmazione all’interno dei propri territori. Questa attività si traduce in documenti strategici, solitamente con un respiro ampio e onnicomprensivo di tutto l’ambito sociale e sociosanitario, che prendono nella maggior parte dei casi il nome di «Piano Socio-Sanitario Regionale». L’attività di pianificazione dei servizi e degli interventi spetta successivamente ai comuni per quanto riguarda la componente sociale, e alle ASL (spesso in collaborazione con i comuni stessi) per quanto attiene la componente socio-sanitaria.

L’indennità d’accompagnamento.
Questa indennità è erogata dall’INPS e può essere attribuita sia agli anziani ultra 65enni non autosufficienti, sia agli invalidi di età inferiore ai 65 anni. È quindi rivolta alle persone totalmente inabili che si trovano nell'impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore o, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, necessitano di un'assistenza continua. L’importo varia di anno in anno. Per il 2017 l’importo dell’assegno mensile è di 512,34 euro. L’INPS prevede ulteriori benefici economici, che variano nell’ammontare in base alla percentuale di invalidità riconosciuta al beneficiario, in questi casi sempre di età inferiore ai 65 anni.
Nel 2017 l’INPS ha pubblicato un bando “Home Care Premium” che si rivolge ai dipendenti e ai pensionati pubblici, ai loro coniugi, parenti o affini di primo grado non autosufficienti. Il programma HCP consiste in due tipologie di prestazioni da parte dell’Istituto: un contributo economico mensile, da utilizzare quale rimborso delle spese sostenute per l’assunzione di un assistente familiare o servizio di assistenza alla persona, la cosiddetta prestazione integrativa, erogata attraverso la collaborazione degli Ambiti territoriali sociali (ATS). Home Care Premium 2017 ha durata diciotto mesi, a decorrere dal 1 luglio 2017 fino al 31 dicembre 2018. Inoltre, i Comuni hanno la possibilità di erogare i cosiddetti «assegni di cura» o «voucher» o «assegni terapeutici». Si tratta di un ammontare di risorse che vengono previste con lo scopo di sostenere l’assistenza e la cura al domicilio delle persone non autosufficienti.

Servizi di assistenza domiciliare: questi includono sia l’Assistenza domiciliare integrata (ADI), di natura sanitaria, sia il Servizio di assistenza domiciliare (SAD). L’ADI consente alle persone non autosufficienti di essere assistite da infermieri al proprio domicilio, evitando il ricovero in ospedale. Le patologie che consentono l’avvio dell’ADI sono quelle per le quali l’intervento domiciliare si presenta alternativo al ricovero ospedaliero e, salva diversa determinazione concordata tra il medico responsabile dell'attività sanitaria. Esistono diverse tipologie di ADI, che si differenziano in base all’intensità delle cure richieste dai singoli casi. La copertura del servizio, benché teoricamente assicurata su tutto il territorio nazionale, risente ancora di una forte frammentazione territoriale.
Dai dati  dell’Istat nel 2013 gli anziani trattati in assistenza domiciliare integrata sono stati il 4,3%. Il secondo intervento incluso in questa sezione è il Servizio di assistenza domiciliare (SAD), ovvero i servizi socio-assistenziali erogati dai comuni ai residenti nel proprio territorio. Nel 2012 gli anziani trattati in assistenza domiciliare socio-assistenziale erano l’1,3%.

Servizi residenziali e semi-residenziali dedicati alla non autosufficienza e all’invalidità, vanno dalla casa di cura/casa di riposo ai servizi erogati in strutture di tipo diurno (per esempio, i Centri Diurni) che sostengono gli anziani che sono solitamente in condizioni di parziale autosufficienza. Le modalità di accesso dipendono dalle normative regionali e dal comune di appartenenza. L’assistenza agli anziani è completata dalla componente relativa all’informal care, che va dai caregiver familiari, ovvero da familiari che si occupano del familiare anziano a titolo gratuito, alle assistenti familiari che dai dati Inps risultano essere circa 375 mila nel 2015, a cui però c’è da aggiungere tutta la componente “del sommerso”.
Per dare un’idea dell’assistenza familiare “gratuita” basti pensare che nel 2014 sono state effettuate in Italia 71 miliardi e 353 milioni di ore di lavoro non retribuito per attività domestiche, cura di bambini, adulti e anziani della famiglia, volontariato, aiuti informali tra famiglie e spostamenti  legati  allo  svolgimento  di  tali  attività,  tempo  che  corrisponde  a  1,7  volte  di quello del lavoro retribuito.
 

Servizi per la famiglia

Ai lavoratori subordinati e ai titolari di pensione o di prestazioni economiche previdenziali derivanti da lavoro dipendente spetta l’assegno per il nucleo familiare. I nuclei familiari devono essere composti da più persone e il reddito complessivo deve essere inferiore a quello determinato ogni anno dalla legge. L’importo dell’assegno è calcolato in base alla tipologia del nucleo familiare, del numero dei componenti e del reddito complessivo del nucleo. Sono previsti importi e fasce reddituali più favorevoli per situazioni di particolare disagio (ad esempio, nuclei monoparentali o con componenti inabili.
Esistono anche altri aiuti alle famiglie in difficoltà che variano dall’anno di riferimento e dai redditi della famiglia; si va dalla Social Card, al buono gas ed energia. Vi sono poi delle agevolazioni una tantum per determinate categorie dai 18-enni (bonus cultura giovani di 500 euro) al Bonus mamma. Quest’ultima agevolazione permanente dal 2017 per i nuovi nati/adottati/affidati del 2017 è un premio di 800€ corrisposto in un’unica soluzione per ogni evento (gravidanza, parto, adozione, affidamento) ed in relazione ad ogni figlio nato o adottato/affidato.
Per approfondimenti consigliamo la lettura del Dossier DOMINA n.4.

Altri articoli

https://www.osservatoriolavorodomestico.it/admin/public/cms/1733157152_0.png

Le nazionalità emergenti nel lavoro..

Crescono Georgia, Perù, El Salvador.

Le nazionalità emergenti nel lavoro domestico in Italia: crescono Georgia,.. Leggi tutto...

Il PIL potenziale delle donne

Il lavoro domestico può far crescere il PIL di 11 MLD di euro

L’Italia è il paese europeo con la più bassa occupazione femminile; se.. Leggi tutto...