Il PIL potenziale delle donne

Il lavoro domestico può far crescere il PIL di 11 MLD di euro

L’Italia è il paese europeo con la più bassa occupazione femminile; se in Europa 65,7 donne su 100 sono occupate, nel nostro paese il valore si ridimensiona a 52,5 su 100[1]. Grazie ai servizi di cura, come baby-sitter, badanti ed asili nido, l’occupazione femminile potrebbe crescere e far aumentare il V.A. del Paese di 11 MLD di euro.
Uno dei motivi principali dell’inattività femminile è la gestione dei carichi familiari, in Italia le donne hanno una maggiore quota di sovraccarico tra impegni lavorativi e familiari. “La disparità di genere riguarda anche la condivisione dei carichi familiari. Persiste, infatti, la tradizionale asimmetria nella ripartizione del lavoro familiare, sebbene in diminuzione negli ultimi anni[2]”.
Spesso questi carichi diventano difficili da sostenere, soprattutto nel caso di una nuova nascita, infatti la principale causa delle dimissioni lavorative delle neo mamme è la difficoltà di conciliare lavoro e figli per mancanza di servizi di cura (41,7% dei casi)[3].

                        Il motivo principale per cui non ha cercato lavoro per genere dai 25 ai 54 anni. 2023
 
  Maschi Femmine
Ha già un lavoro che inizierà in futuro, in attesa esiti o vecchio lavoro 24,4% 9,6%
Motivi di cura 2,2% 20,9%
Altri motivi familiari esclusi motivi di cura 6,3% 33,4%
Scoraggiato 18,9% 11,2%
Studio 18,2% 8,2%
Inabile, malattia, pensione 22,9% 7,8%
Non interessa 1,9% 7,2%
Altro 5,0% 1,8%
Totale 100,0% 100,0%
Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati ISTAT – Rcfl

[1] Tasso di occupazione 15-64 anni, 2023. Eurostat
[2] Audizione del Presidente Alleva, Indagine conoscitiva sulle politiche in materia di parità tra donne e uomini
[3] Relazione annuale sulle convalide delle dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri ai sensi dell’art. 55 del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151. Dati 2022. Report 5 dicembre 2023.

 
La difficoltà di gestire famiglia e lavoro è anche tra le principali cause della non ricerca di lavoro. Se consideriamo gli inattivi dai 25 ai 54 anni nel 74% dei casi si tratta di donne[4]. E se si analizzano i motivi della non ricerca di lavoro, tra le principali cause troviamo la cura dei figli, bambini e persone non autosufficienti (21%), si tratta di oltre 700 mila donne tra i 25 ed i 54 anni. Di queste 138 mila sarebbero disponibili a rientrare nel mercato del lavoro, se esistessero servizi di cura accessibili ed adeguati.
La presenza di servizi di cura consentirebbe quindi il rientro nel mercato del lavoro di una parte delle donne inattive e porterebbe ad una crescita economica dell’intero paese.
Per stimare a quanto ammonta questa crescita economica consideriamo il Valore Aggiunto che oggi le donne occupate producono nel nostro paese.
Si tratta di 781 MLD di € ovvero il 41,6% del PIL attuale[5]. In base alla produttività per addetta suddivisa per settore e per regione di appartenenza, le nuove 138 mila occupate potrebbero generare 11 MDL di €, il PIL POTENZIALE delle donne.
E probabilmente queste nuove assunzioni produrrebbero nuove assunzioni nei servizi collegati ai bisogni di cura.
 
[4] 2023
[5] Il calcolo del “PIL delle donne” è stato realizzato a partire dal Valore Aggiunto prodotto dagli occupati in Italia, ipotizzando che a parità di settore e regione la produttività delle donne sia uguale a quella dei maschi. Sono stati utilizzati i dati ISTAT relativi al Valore Aggiunto (riferito al 2023 i cui valori sono stati riparti a livello territoriale in base ai dati 2022, ultimo anno per il quale l’ISTAT presenta i dati sulla contabilità regionale aggiornati per settore), ripartiti per gli occupati rilevati dai conti economici dell’ISTAT.


                                                                                                   SIMULAZIONE EFFETTO NUOVI SERVIZI DI CURA


                                                        

Si creerebbe un l’effetto moltiplicatore legato all’occupazione femminile: con l’aumento dei servizi di cura, aumenta l’occupazione femminile e di conseguenza anche la possibilità di avere figli e la necessità di nuovi servizi di cura. Tutti questi aspetti portano alla crescita economica di un Paese.

Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, “Oggi il lavoro di cura è gestito dalle donne che spesso devono rinunciare al proprio lavoro per prendersi cura dei loro cari. Il lavoro domestico può aiutare queste donne a rientrare nel mercato del lavoro, queste nuove occupate porterebbero ad una crescita del V.A. italiano di 11 MLD di euro “.

 

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