I dati ISTAT sugli infortuni domestici
Recenti
rilevazioni ISTAT pongono l’accento sul crescente numero di
incidenti fra le mura domestiche che, soprattutto nell’ultimo anno, ha sollevato l’articolata questione della necessaria
formazione per chiunque si occupi della cura della casa.
Non a caso, il Ministero della salute ha riscontrato che gran parte degli
infortuni verificatisi siano da ricondursi all'inesperienza o alla mancanza di competenze specifiche dei
collaboratori domestici, pertanto gli strumenti di potenziamento delle conoscenze nel settore del
lavoro domestico possono rivelarsi utili a contrastare il trend che grava sulla sanità pubblica.
Più garanzie con la certificazione delle competenze per i lavoratori domestici
Il
Secondo Rapporto annuale sul lavoro domestico DOMINA 2020 rende noto che, dal 2015 sino ad oggi, l’intero territorio nazionale ha potuto usufruire di 30mila ore d’aula unite alla
formazione gratuita di più di 10mila tra
colf, badanti e baby sitter, dando vita a benefici per entrambe le parti: i lavoratori, grazie alla certificazione delle competenze, ambiscono ad un mercato più competitivo, le famiglie e quindi i datori di lavoro, dall’altro lato, hanno maggiori garanzie ed informazioni del profilo professionale che andranno a selezionare.
Regione Toscana: i dati regionali e l’impegno nella formazione
Una tendenza, questa, che sta interessando anche la
regione Toscana, come afferma l’Assessore regionale al Sociale, alle Politiche abitative e alla Cooperazione internazionale: “In accordo con le organizzazioni sindacali con cui stiamo lavorando costantemente, l’obiettivo vorrebbe essere quello di implementare la possibilità di
formare i collaboratori domestici, sapendo che, naturalmente, non è facile per l’impegno lavorativo che li occupa molte ore al giorno; in più, sarebbe opportuno dare un accesso chiaro a liste di persone accreditate ed informate, in modo tale che in tutti i territori della Toscana si possa sapere chi svolge questo lavoro e con quale tipologia di formazione”.
Ed è in questo scenario di attenzione ed investimento nel settore che si inscrive il
Pronto badante attivo sul territorio toscano dal maggio 2015: “inizialmente, è nato a Firenze e in provincia -spiega l’Assessore Spinelli- e solo successivamente è stato esteso a tutta la regione. Fortunatamente, ha continuato ad essere operativo anche nel primo periodo pandemico, rendendosi punto di riferimento per le famiglie alla loro prima esperienza di ricerca dell'assistenza familiare”. I datori di lavoro della
Toscana, stando al
Rapporto annuale DOMINA 2020, hanno un'età media di 71 anni e nel 2019 hanno speso complessivamente 646 milioni di euro per la retribuzione dei
lavoratori domestici (stipendio, contributi, TFR), generando un valore aggiunto pari a circa 1,3 miliardi di Euro.
Il Pronto badante coinvolge 265 sedi regionali delle organizzazioni del terzo settore di cui 165 sono di volontariato, 72 le cooperative sociali e 28 i patronati dei lavoratori, a fronte di una consistente fetta della popolazione impiegata nell’
assistenza alla persona: “sono circa 74.500 coloro i quali hanno un contratto come
lavoratore domestico e di questi, circa il 55% svolge il lavoro di
badante” dichiara l’Assessore Serena Spinelli, in pieno accordo con la
banca dati INPS che, inoltre, ne testimonia una distribuzione decisamente non omogenea sull’intero suolo regionale, ponendo Firenze in testa e Siena a chiudere la classifica con il 9% di
badanti ed il 7,5% di
colf. “Sappiamo che il mondo della presa in carico sarà il futuro dei nuovi posti di lavoro -ammette l’Assessore Spinelli- e noi dobbiamo aumentare la potenzialità dei lavoratori e delle lavoratrici che svolgono questo ruolo, ma nello stesso tempo, aumentare la
sicurezza per chi usufruisce del servizio. La qualità si incrocia sia da parte di chi la cerca sia da parte di chi la offre”, mirando al medesimo fine che già
Ebincolf persegue ormai da anni: “è un processo a catena che, se sistematico, comporterebbe un vero e proprio upgrade -afferma il Segretario Generale DOMINA
Lorenzo Gasparrini-. Tramite
attività formative e di
attestazione delle conoscenze, grazie ad un processo di
riconoscimento della professione dell’
assistente familiare, sarà possibile infliggere una sferzata al
lavoro irregolare, facendo leva sulla qualità della missione e contribuendo a che si costruisca un nuovo volto del settore: più trasparente ed economicamente stimolante per l’intero Paese”.
Marica Lamberti
Redazione DOMINA