Secondo i dati del
Ministero dell’Interno, a conclusione del periodo dedicato alla regolarizzazione (01 giugno – 15 agosto), le domande pervenute sono state 207 mila per il comma 1, di cui l’85% nel
settore domestico e il 15% in quello agricolo, e 13 mila per il comma 2. La sola
gestione amministrativa della regolarizzazione ha portato un gettito per lo Stato di 30,3 milioni di euro, saldo tra i contributi forfettari per la regolarizzazione (105,5 milioni di euro complessivi) e i costi amministrativi (75,2 milioni di euro).
Il
Rapporto Annuale DOMINA sul lavoro domestico 2020 riporta che l’alto
tasso di irregolarità del settore domestico dipende da diversi fattori socio-culturali, nonché da una diffusa condizione di necessità data dalla mancanza del Permesso di Soggiorno del lavoratore.
Per questo, l’Associazione DOMINA da tempo chiedeva un intervento di
regolarizzazione a tutela sia dei lavoratori che delle famiglie datori di lavoro (cfr. Dossier 2019 sul lavoro domestico, Osservatorio DOMINA).
Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale DOMINA “Si tratta di importi economici importanti che non solo porterebbero benefici al nostro
sistema fiscale, ma che consentirebbero anche alle
famiglie datori di lavoro domestico ed ai
lavoratori stessi di vivere il rapporto di lavoro con maggiori tutele e garanzie.”
I dati della sanatoria 2020
Con la
regolarizzazione di 177 mila
lavoratori domestici, la “sanatoria” ha permesso un’entrata aggiuntiva di 0,3 miliardi tra IRPEF e contributi, che si vanno ad aggiungere agli importi fiscali dei lavoratori domestici regolari (1,5 miliardi). Tuttavia, nel settore rimangono oltre 1 milione di
lavoratori domestici irregolari (non solo stranieri). Se questi lavoratori avessero un regolare contratto di lavoro, lo Stato riceverebbe ulteriori 1,8 miliardi, portando
le entrate fiscali a 3,6 miliardi.
A livello
regionale, quasi un quarto delle domande di regolarizzazione è avvenuto in Lombardia (23,6%). Seguono Campania (15,9%) e Lazio (10,8%). Queste tre regioni da sole hanno registrato il 50% delle richieste di regolarizzazione.
A livello
provinciale, la città con più domande di regolarizzazione è Milano (22 mila), seguita da Napoli (19 mila) e Roma (17 mila).
Tra le prime cinque province, ben tre sono della Campania: oltre a Napoli, anche Caserta e Salerno hanno registrato oltre 5 mila domande.
Grafici e tabelle sono disponibili nel comunicato dell'Osservatorio "
Lavoro domestico, dalla regolarizzazione 2020 oltre 300 milioni di euro per lo Stato".
Redazione DOMINA