Lavoro domestico: i numeri del 2023

Dopo l’emersione, tasso di irregolarità sotto il 50%

Lavoro domestico: nel 2023 834 mila lavoratori regolari e 742 mila irregolari.

Per diverse ragioni culturali e socio-economiche, il lavoro domestico registra storicamente un tasso di informalità molto più alto rispetto a quello degli altri settori economici. Nonostante una progressiva diminuzione negli ultimi anni, conseguenza anche delle iniziative di informazione e sensibilizzazione condotte da istituzioni e parti sociali, questo fenomeno deriva innanzitutto dalla peculiarità del rapporto di lavoro: il datore di lavoro non è un imprenditore che persegue un profitto, ma una persona fisica che ha come obiettivo il soddisfacimento di un bisogno essenziale e immediato (accudire i figli, gli anziani non autosufficienti, o prendersi cura della casa). Inoltre, non essendo un imprenditore di professione, il datore di lavoro domestico spesso non ha piena conoscenza degli obblighi di legge e degli adempimenti burocratici da compiere (questo vale peraltro anche per i lavoratori, spesso immigrati e con basso livello di istruzione). In molti casi, in aggiunta, la ricerca del lavoratore avviene in condizioni di emergenza (come ad esempio l’aggravarsi della malattia di un anziano) che possono condizionare la scelta. Dal lato dei lavoratori, va sottolineata la vulnerabilità dei lavoratori domestici, generalmente donne immigrate, più esposti rispetto a quelli di altri settori al rischio di povertà e di perdita del lavoro. Infine, per molti anni il settore è stato sfavorito rispetto ad altri anche dal punto di vista normativo: a livello internazionale, solo la Convenzione OIL 189/2011 ha riconosciuto la piena dignità del settore. Sebbene l’Italia veda una tutela molto più alta rispetto ad altri Paesi, anche grazie al ruolo attivo delle Parti Sociali e al Contratto Collettivo Nazionale, alcuni aspetti normativi rispecchiano quel retaggio.

Una stima della componente “informale” è possibile grazie ai dati ISTAT sul tasso di irregolarità, ovvero il “rapporto percentuale tra le unità di lavoro irregolari e le unità di lavoro totali”. Nello specifico, rientrano nella definizione di “lavoro irregolare” tutti quei casi in cui tra il datore di lavoro e il lavoratore si instaura in qualche modo un rapporto di lavoro retribuito, ma non vengono rispettate le regole imposte dalla legge tra cui la comunicazione di assunzione, la firma del contratto o l’emissione e la consegna della busta paga.
Lo scorso 23 settembre, nella pubblicazione dei dati dei Conti Nazionali, l’ISTAT ha aggiornato i dati sul tasso di irregolarità a partire dal 1995. Secondo l’ISTAT, i dati sono frutto alle “stime relative alla revisione generale dei Conti Economici Nazionali, concordata in sede europea, che introduce innovazioni e miglioramenti di metodi e di fonti.
Sulla base di questi dati, nel 2022 il tasso di irregolarità medio in Italia è del 9,7%. A livello settoriale, nel lavoro domestico, il sommerso raggiunge il 47,1%. Per dare l’idea della dimensione del fenomeno, basti pensare che l’agricoltura presenta un tasso di irregolarità del 20,2%. Nettamente sotto la media, invece, la manifattura (4,8%), dove la dimensione delle imprese, i luoghi e l’organizzazione del lavoro rendono più difficile l’irregolarità.

Tasso di irregolarità per settore (2022)


Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati ISTAT

Tasso di irregolarità per settore, confronto Lavoro domestico / Totale settori

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati ISTAT

[1] Si considera la voce T che comprende attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico (Ateco T97) e produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze (Ateco T98). Aggiornamento dati ISTAT Settembre 2024


Applicando il tasso di irregolarità (2022) ai dati INPS 2023 su lavoratori e datori di lavoro domestico, è possibile stimare la componente irregolare e, di conseguenza, il numero di complessivo di persone coinvolte nel lavoro domestico. Complessivamente, tra lavoratori e datori di lavoro, il settore conta 1,7 milioni di persone censite dall’INPS. Applicando il tasso di irregolarità, il numero di persone coinvolte supera i 3,3 milioni. Negli ultimi anni, applicando il tasso di irregolarità revisionato dall’ISTAT, il numero di persone coinvolte ha raggiunto i livelli massimi nel 2021, con oltre 3,7 milioni.

                                            Stima lavoratori e datori di lavoro domestico, 2023
 
  Lavoratori domestici Datori di lavoro Totale settore
Componente REGOLARE 833.874 917.929 1.751.803
Componente IRREGOLARE 742.447 817.287 1.559.734
STIMA Totale 1.576.321 1.735.216 3.311.537
                                               Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS

                                              Stima lavoratori e datori di lavoro domestico, serie storica
 
Anno Lavoratori
Domestici
(dati INPS)
Datori di
Lavoro
(dati INPS)
Totale
Settore
(dati INPS)
Tasso irregolarità[2] Totale
Settore
(inclusi irregolari)
2019 860.818 914.853 1.775.671 51,0 3.623.818
2020 950.565 992.587 1.943.152 45,7 3.578.549
2021 973.629 1.046.937 2.020.566 45,8 3.727.982
2022 902.201 977.929 1.880.130 47,1 3.554.121
2023 833.874 917.929 1.751.803 47,1 3.311.537
                                             Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS e ISTAT


Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, “il lavoro domestico rimane caratterizzato dal più alto tasso di irregolarità in Italia. Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti nell’accompagnamento delle famiglie e nella tutela, specialmente attraverso il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico. Ad esempio, secondo i dati ISTAT recentemente aggiornati, dopo la “sanatoria” del 2020 l’irregolarità è scesa sotto il 50%. Tuttavia, le famiglie chiedono che il lavoro regolare sia reso più conveniente di quello irregolare, anche dal punto di vista economico: grazie a incentivi e altri meccanismi di sostegno fiscale, infatti, è possibile affrontare l’informalità nel settore.”.
 
[2] Tasso irregolarità aggiornato al 2022. Dati anni precedenti aggiornati secondo la revisione ISTAT 23.09.2024.

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