Ma la pensione basta per permettersi una badante?

Il nuovo impatto della spesa di assistenza con la sola pensione

Con l’aumentare dell’età aumenta il rischio di malattie croniche degenerative ed il bisogno di assistenza. Non è un caso che la maggior parte dei datori di lavoro domestico ha almeno 60 anni (69%), ed il 36% è over 80 anni. Da questo è facile intuire che la principale fonte di reddito di questi datori di lavoro è la pensione. Se un pensionato non appare povero in base ai dati ISTAT, la situazione cambia quando deve farsi carico di un “dipendente” per riuscire a gestire le problematiche causate dall’età.
Come riportato nel 5° Rapporto annuale sul Lavoro domestico a cura dell’Osservatorio DOMINA, l’elevata presenza di lavoratori irregolari (tasso di irregolarità pari al 51,8%) è anche spiegata dalla necessità di contenere i costi del lavoro domestico.



Fermo restando che non tutti i datori di lavoro sono pensionati, ma che una buona parte può disporre di redditi da lavoro dipendente o di altri redditi, si vuole analizzare quanti anziani possono permettersi un aiuto domestico con il solo reddito da pensione.
Analizzando i redditi netti dei soggetti con entrate prevalenti da pensione e i consumi medi che emergono dall’Indagine ISTAT, si vede che il margine di risparmio dei pensionati da destinare a una collaborazione esterna è molto ridotto. E che la maggior parte dei pensionati può permettersi solo un aiuto di qualche ora.
Partendo dai dati delle dichiarazioni dei redditi, individuiamo coloro per i quali la pensione è la principale fonte di reddito: si tratta di 13,5 milioni di soggetti. L’analisi della loro classe di reddito evidenzia come il 60% degli anziani abbia un reddito complessivo al di sotto dei 20 mila euro annui, ovvero al di sotto di circa 15 mila euro annui spendibili (al netto delle tasse).






Questi redditi dovrebbero sostenere un aiuto domestico. Quantifichiamo quindi il costo di un lavoratore domestico, che dipende ovviamente da mansioni ed orario di lavoro. Riportiamo le principali categorie di lavoratori domestici ed i loro costi al 2023 dopo gli ultimi adeguamenti. Infatti, dal 1° gennaio 2023 l’aggiornamento delle retribuzioni minime in base alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo, ha portato a far crescere le retribuzioni del lavoro domestico in modo notevole.
Analizziamo il costo di un lavoratore domestico che si occupa di persone autosufficienti (BS) e consideriamo tre casi in base alle ore di lavoro ed alla convivenza con la persona da assistere. I costi annui per il lavoratore domestico variano da 2 mila euro (5 ore a settimana) a oltre 16 mila per una assistenza di 54 ore con convivenza.
Si registrano aumenti (al netto dei massimi importi deducibili) di oltre 8% in tutte le categorie, che pesano notevolmente in caso di assunzione di lavoratori per molte ore a settimane. Una famiglia che assumente una badante convivente non formata si troverà a pagare 1.377 euro più all’anno, mentre se è formata quasi duemila ero in più. Aumenti importanti che rendono difficile il sostentamento della spesa per l’assistenza con la sola pensione.



Per meglio comprendere le disponibilità economiche degli anziani abbiamo considerato i dati dell’indagine dei consumi dell’ISTAT, che riporta una spesa mediana per le persone sole con almeno 65 anni pari a 1.482-euro mensili; a questi togliamo le spese per gli affitti figurativi, in quanto la maggior parte degli anziani vive in case di proprietà. Abbiamo quindi un consumo di quasi 12 mila euro all’anno dovuto principalmente a cibo, vestiario ed utenze, da tenere in considerazione nel conteggio della capacità di gestione economica della “badante”.




Redazione DOMINA
15/01/2024



 

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