L’INPS fotografa la situazione dei lavoratori domestici 2019. Secondo i dati aggiornati dell’Istituto di Previdenza i
lavoratori regolari sono 848.987, in calo rispetto all’anno precedente (-1,8%).
Osservando la distinzione per
tipologia di mansione, si registra una modesta prevalenza di Colf (52%) sulle Badanti.
“Questo divario – commenta Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale DOMINA, Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico - si sta progressivamente assottigliando, visto il costante
aumento di badanti (+0,6% dal 2018) e calo di colf (-3,8%)”.
Punti fermi nelle tendenze del settore restano la prevalenza di
donne, dato che raggiunge il valore massimo degli ultimi 6 anni con l’88,7% del totale, e di
lavoratori stranieri (70,3% del totale). Ancora una volta a farla ‘da padrona’ è l’Europa dell’Est con oltre 300mila lavoratori (40,9%).
A livello
regionale il primato per la concentrazione maggiore di lavoratori resta anche quest’anno alla Lombardia con 155.063 lavoratori (18,3%), seguita dal Lazio (14,5%), dall’Emilia Romagna (8,8%) e dalla Toscana (8,7%). In queste
quattro regioni si concentra più della metà dei lavoratori domestici in Italia.

Ancora una volta però i
dati INPS fotografano solo parzialmente la situazione del settore nel nostro Paese. “La diminuzione dei lavoratori domestici (-15.733 unità) – afferma Lorenzo Gasparrini – non corrisponde a quanto monitoriamo sul territorio, infatti, la richiesta di lavoratori e informazioni per le assunzioni è molto alta”.
A conferma del riscontro territoriale ci sono i
dati sulle regolarizzazioni pubblicati dal Viminale. Il 91% delle
domande di regolarizzazione (21.695) e il 76% delle richieste in lavorazione (5.906), riguarda il settore del lavoro domestico.
Tuttavia, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale DOMINA sul lavoro domestico, nell’anno 2020, al netto delle regolarizzazioni si prospetta un ulteriore calo. Complice della riduzione dei contratti regolari sono in primis la paura del contagio e poi c’è il taglio sulle spese familiari post emergenza. Per ripristinare almeno in parte il bilancio familiare, colpito dagli effetti della pandemia, infatti, le
famiglie stanno rinunciando a
colf e baby-sitter.
Le soluzioni adottate dalle famiglie sono principalmente tre: riduzione delle ore richieste al lavoratore domestico, totale interruzione del rapporto di lavoro o mancata dichiarazione del rapporto all’INPS, nella speranza, errata e pericolosa, di risparmiare sui
costi del lavoro domestico.
Redazione DOMINA
24/06/2020