Lavoro nero, riforma fiscale, fondi europei e nazionali per le famiglie: sono tre dei temi più urgenti nel mondo del lavoro domestico. Li abbiamo affrontati con Pier Paolo Baretta, sottosegretario di Stato al ministero dell’Economia e delle Finanze, partendo dalle proposte e dai dati pubblicati dall’Osservatorio nazionale DOMINA nel Rapporto annuale sul lavoro domestico 2020.
Baretta condivide le istanze delle parti sociali per la regolarizzazione degli stranieri nel settore e propone una modifica della legislazione per l’inserimento nel mercato del lavoro dei cittadini stranieri ispirata alla legge Turco-Napolitano. Annuncia, inoltre, la volontà del governo Conte II di ridurre la pressione fiscale sulla classe media (che speriamo possa concretizzarsi con il prossimo esecutivo) e indica quali misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza siano destinate alle famiglie e al lavoro femminile. Il sottosegretario all’Economia condivide anche la proposta di DOMINA per la deducibilità della retribuzione dei lavoratori da parte delle famiglie.
Lavoro nero
Per contrastare il lavoro nero, che nel settore si aggira attorno al 60%, e per consentire ai cittadini stranieri di poter lavorare in maniera legale e dignitosa, le parti sociali sollecitano flussi di ingresso costanti e adeguati alla domanda e appoggiano la proposta di legge popolare “Ero straniero”. Quali sono i progetti del governo in questo campo?
«La pandemia, con le relative conseguenze in termini economici e di mobilità, ha rappresentato una cartina di tornasole per molte distorsioni del nostro mercato del lavoro, in particolare in quei settori dove il lavoro nero rappresenta una componente preponderante, se non altamente maggioritaria. Lo dimostrano i numeri della
sanatoria dei rapporti di lavoro irregolari varata con il decreto Rilancio (34/2020) e che, nonostante abbia portato all’emersione solo di una piccola parte dei lavoratori irregolari, ha raccolto 177mila domande in pochi mesi, con un gettito per lo Stato di oltre 100 milioni di euro, a cui potrebbero aggiungersi oltre 300 milioni di euro l’anno, dati dal gettito fiscale e contributivo.
Come sottolineato dai dati diffusi dalla vostra Associazione, di queste domande ben l’85% sono state presentate per la regolarizzazione dei lavoratori domestici. È il segno di una forte domanda di sostegno e supporto in ambito familiare, che risente sia dei forti cambiamenti del
sistema di welfare, sia della struttura dei nuclei familiari. Nonostante questi sforzi, secondo i dati Istat, resta nell’ambito del lavoro domestico una forte componente di lavoro nero, che si attesta intorno al 60%. Servono, quindi, strategie di lungo periodo per giungere a un lavoro legale e dignitoso che possa garantire quel benessere equo diffuso, basato su uno sviluppo economico e sociale sostenibile.
La proposta “Ero straniero” ha innegabili punti di contatto con questa strategia e si pone in linea di continuità con i decreti approvati dalla maggioranza qualche mese fa e che hanno sostituito i decreti sicurezza di matrice salviniana. In particolare, sarebbe importante reintrodurre il sistema dello sponsor, originariamente previsto dalla legge Turco-Napolitano, anche da parte di singoli privati, per l’inserimento nel mercato del lavoro dei cittadini stranieri. Ma non dimentichiamo che, soprattutto, negli ultimi anni questo settore ha registrato un notevole incremento anche dei lavoratori italiani, che sono passati da meno del 20% di otto anni fa a quasi il 30% del 2019».
Riforma fiscale
DOMINA propone per le famiglie datori di lavoro la deducibilità della retribuzione (15% per le colf e 30% per le badanti) e la trasmissione del dato economico retributivo del lavoratore all’Agenzia delle Entrate. Questa riduzione dei costi per le famiglie sarebbe un incentivo per regolarizzare il nero e porterebbe maggiori entrate allo Stato. Potrebbe essere una riforma fattibile?
«Nell’ultima
legge di bilancio abbiamo previsto la costituzione di uno specifico fondo per la riforma fiscale, che dovrebbe portare a una revisione della pressione fiscale. L’obiettivo del governo è ridurre il peso delle tasse sul ceto medio, portando a una redistribuzione della ricchezza e un maggior potere d’acquisto per le famiglie.
Sebbene a oggi non sia ancora stato individuato un modello di indirizzo per la riforma – sono ancora in corso le audizioni presso le commissioni interessate di Camera e Senato –, la deducibilità della retribuzione di colf e badanti potrebbe assumere una duplice valenza. Da un lato, potrebbe contribuire alla riduzione del lavoro nero e al conseguente aumento delle entrate per lo Stato, ma potrebbe anche favorire la partecipazione delle donne al mondo del lavoro».
Fondi per le famiglie
A quali fondi europei (Recovery fund) o nazionali possono attingere le famiglie e i lavoratori domestici per poter superare l’attuale crisi?
«Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è articolato in sei missioni.
Tra queste, la quinta è dedicata all’
inclusione e alla coesione con un ruolo di grande rilievo nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il Piano, di sostegno all’emancipazione femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, nonché di aumento dell’occupazione, soprattutto giovanile e di rafforzamento della formazione sul lavoro e per i disoccupati e di miglioramento della qualità del lavoro.
La seconda componente di questa missione è focalizzata sulle “
Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore” e mira a supportare situazioni di fragilità sociale ed economica, a sostenere le famiglie e la genitorialità, con il rafforzamento di infrastrutture e la messa a disposizione di servizi e reti di assistenza.
In questo ambito, per il quale sono a disposizione oltre 10 miliardi di fondi, potrebbero essere inseriti progetti destinati a fare del lavoro domestico legale un tassello per il sostegno alla famiglia e alla partecipazione delle donne al mondo del lavoro, in un circuito vizioso in cui le donne diventano le migliori alleate di se stesse».
Redazione DOMINA
30/01/2021