Il
lavoro domestico in Italia ha ormai assunto una dimensione di tutto rilievo, sia da un punto di vista numerico che per l’importanza economica e sociale. L’Osservatorio DOMINA sul lavoro domestico monitora costantemente il peso e l’impatto sia dei
lavoratori che delle
famiglie datori di lavoro. Secondo i
dati INPS, nel 2020 i lavoratori domestici sono 920.722. Nello stesso periodo, invece, i datori di lavoro sono 992.587. Il fatto che i datori di lavoro siano più dei lavoratori dipende dal fatto che ciascuna famiglia può impiegare anche più di un lavoratore, contemporaneamente o nell’arco dell’anno.
Dunque, l’INPS certifica che il lavoro domestico coinvolge, tra lavoratori e datori, quasi 2 milioni di persone. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che il beneficiario dell’assistenza non sempre coincide con il datore di lavoro (basti pensare, ad esempio, ai servizi di baby-sitting): pertanto, il numero di persone coinvolte è sicuramente ancora più alto. Va poi precisato che questi numeri si riferiscono solo alla
componente regolare registrata dall’INPS.
Sappiamo però che, nel lavoro domestico, più della metà dei lavoratori non è assunto regolarmente (secondo l’
Istat, il tasso di irregolarità nel settore è del 57,6%) [1]. Ciò significa che i 920 mila
lavoratori domestici regolari rappresentano poco più del 40% di quelli effettivamente presenti in Italia. In base a questi dati, possiamo stimare che i
lavoratori domestici totali siano 2,17 milioni. Allo stesso modo, mantenendo invariato il rapporto lavoratori/datori, arriviamo a stimare 2,34 milioni di
datori di lavoro complessivi. In definitiva, dunque, il settore arriva a coinvolgere oltre 4,5 milioni di persone, tra lavoratori e datori.
Dai
dati INPS è inoltre possibile analizzare alcune caratteristiche dei lavoratori e dei datori di lavoro. Tra i 920 mila lavoratori, si ha una netta prevalenza di donne (87,6%). Per quanto riguarda la provenienza, il 48,5% viene da Paesi extra-UE e il 20,3% da Paesi Ue (complessivamente gli
stranieri rappresentano poco meno del 70%), mentre gli
italiani rappresentano il 31,2%. Tra i datori di lavoro, la composizione di genere è più equilibrata, con il 57,1% di donne e il 42,9% di uomini. Per quanto riguarda la provenienza, invece, il 94,9% dei datori di lavoro è di nazionalità italiana; gli
extracomunitari sono il 2,7% e i
comunitari il 2,4%.
Mediamente, in Italia, nel 2020 vi sono 93 lavoratori domestici ogni 100 datori di lavoro. In 6
regioni su 20 si registrano più lavoratori che datori: il rapporto maggiore è in
Valle d’Aosta, con 107 lavoratori ogni 100 datori. La media più bassa è invece nel
Lazio, con 79 lavoratori ogni 100 datori di lavoro.
Secondo
Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, “
sono oltre 4,5 milioni le persone coinvolte nel lavoro domestico, tra lavoratori e datori di lavoro. Considerando che la componente irregolare rappresenta ancora quasi il 60% del totale, la sfida per il settore è favorire l’emersione del lavoro nero. Questo porterebbe una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori e dei datori e una maggiore tranquillità nella gestione del rapporto di lavoro. Inoltre porterebbe un vantaggio concreto per lo Stato, che vedrebbe aumentare il gettito fiscale e contributivo.”.
Redazione DOMINA
27 Luglio 2021
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[1] Cfr.
Rapporto annuale Osservatorio DOMINA, CAP. 3.3
[2] La stima dei lavoratori irregolari viene calcolata utilizzando il tasso di irregolarità fornito dall’Istat per il settore “attività di famiglie e convivenze