Come sappiamo le
vertenze di lavoro hanno l’obiettivo fondamentale di ripristinare l’equilibrio economico di un
rapporto di lavoro ormai incrinato tra il datore e il lavoratore domestico. Il sindacato dei lavoratori svolge questo ruolo di tutela individuale oltre che collettivo fondamentale e necessario nel mondo del lavoro, con l’obiettivo di dare garanzie ai lavoratori che non conoscono i propri diritti o che non hanno le possibilità di farli valere.
Il tema delle vertenze si complica ancor di più quando viene calato nel settore del lavoro domestico soprattutto in costanza di rapporto di lavoro.
Le questioni che incidono in questo settore sono:
1. la specificità del rapporto di lavoro domestico;
2. l’assenza di una cultura datoriale da parte delle famiglie;
3. la mancanza di informazioni fra i lavoratori del settore domestico;
4. il riconoscimento professionale del lavoratore.
Un dato sociale importante, da considerare insieme a questi punti, è che i
rapporti di lavoro irregolari in Italia sono stimati in più di un milione.
Questo ci dà un’idea del backgroud di partenza delle vertenze di lavoro nel settore domestico. I numeri diventano ancor più importanti e significativi se letti all’interno del panorama nazionale del lavoro irregolare. Inoltre, anche se il rapporto di lavoro è dichiarato all’INPS, l’assenza della cultura datoriale nelle famiglie non aiuta nella gestione del rapporto di lavoro regolare. Infatti, la
famiglia tende a concentrarsi sulle difficoltà nella gestione di situazioni critiche e sugli eventi che deve affrontare. Ovviamente questo potrebbe essere dovuto ad una mancanza di volontà di alcuni ma anche ad un retaggio culturale tutto italiano che vede il lavoro domestico come un aiuto o un sostegno esterno più che una vera
professione.
Lo stesso vale per i nostri lavoratori, i quali, in gran parte dei casi, si improvvisano a lavorare nel settore per difficoltà sociali ed economiche in quanto provenienti da altri paesi dove svolgevano altre attività lavorative e non conoscendo la lingua italiana non sanno e non si informano sulle questioni importanti che li riguardano.
Ampliando lo sguardo sull’attuale situazione sociale nazionale, un ulteriore elemento da prendere in esame, è la
crisi economica che hanno vissuto le famiglie in questi anni. Un gran numero di datori di lavoro domestico è pensionato e non è in grado di coprire interamente i costi del lavoro di cura e di assistenza. In molti casi gli stessi datori di lavoro rinunciano alle spese personali e, ancora più grave, a quelle sanitarie.
Il ruolo dei sindacati
In questa cornice si sviluppa il ruolo di sindacato dei lavoratori che rappresentano il primo
riferimento dei lavoratori per il controllo della retribuzione e della correttezza del rapporto di lavoro. Il sindacato, rispetto alle richieste di informazioni da parte dei lavoratori sulla verifica della corretta corresponsione della retribuzione mensile, esercita attraverso gli uffici vertenze sindacali e con tutti gli strumenti a disposizione, un ruolo di tutela individuale per tutte le spettanze dovute dalle differenze retributive, alle ferie e tutti gli altri istituti contrattuali previsti. Il ruolo di rappresentanza collettivo e di assistenza dei lavoratori è svolto con una rete di attività e di azioni supportata dagli sportelli lavoro, uffici vertenze, sportelli di accoglienza e di informazione. Nel caso di riscontro di non applicazione del contratto e delle norme vigenti, viene avviato l’iter per il riconoscimento di quanto maturato e non riscosso da parte del lavoratore nei confronti del datore di lavoro. Il procedimento ha sempre una prima fase che prevede il tentativo di una composizione bonaria al fine di trovare una
conciliazione all’emersione della controversia che trova in via generale una buona percentuale di esito positivo con l’intento di evitare spesso le lungaggini di un possibile ricorso al Giudice del Lavoro.
La
corretta applicazione dei livelli di inquadramento rispetto alle mansioni svolte e quindi la giusta retribuzione contrattuale da parte dei datori di lavoro sarebbe sicuramente auspicabile per evitare controversie di lavoro e situazioni di conflitto che aumentano il disagio sociale ed economico dei lavoratori ed anche delle famiglie. Auspichiamo allo stesso tempo ad una regolamentazione da parte del Governo nazionale che preveda
benefici fiscali per il lavoro domestico e sostegni specifici nelle situazioni di crisi delle famiglie a fronte di una strutturale carenza di servizi pubblici dedicati.
Rosetta Raso è segretario organizzativo nazionale della
Fisascat-Cisl. L'intervista è consultabile nel
Dossier DOMINA n.10 ("
Vertenze nel lavoro domestico: il confine tra legalità e necessità").