Violenza di genere in aumento da inizio pandemia

Violenza domestica: cresce il rischio per le donne

Denunce cresciute in molti Paesi del mondo, a rischio anche il settore del lavoro domestico. In Italia situazione difficile: lo confermano i dati del numero verde anti-violenza. Il Parlamento ha recepito la convenzione ILO su violenza e molestie; l'opportunità del G20

L’emergenza generata dalla pandemia di Coronavirus ha accresciuto il rischio di violenza sulle donne, che, come è noto, molto spesso si manifesta all’interno della famiglia. Il lavoro domestico non è escluso dal pericolo di questa deprecabile pratica, per il fatto stesso che si svolge tra le mura domestiche e che vede impegnate in Italia più di 1,7 milioni di donne (l’88,7% del totale dei lavoratori domestici). Le stime sono state pubblicate recentemente dall’Osservatorio nazionale DOMINA nel Rapporto annuale 2020 sul lavoro domestico.
Fin dalle prime settimane di lockdown attiviste femministe, operatrici dei centri antiviolenza (Cav) e delle associazioni che si occupano di violenza di genere, dalla Cina all’Italia, dagli Stati Uniti al Cile, a Israele hanno denunciato l’aumento dei rischi nei casi di violenza domestica. Sia l’Organizzazione mondiale della Sanità che le Nazioni Unite hanno invitato i Paesi membri ad adottare misure specifiche di contrasto.
 

Le  chiamate al numero anti-violenza: i dati Istat

In Italia, i dati sulle chiamate valide via telefono e via chat al numero verde 1522 anti violenza e anti stalking, nel periodo compreso tra marzo e ottobre 2020, sono notevolmente cresciuti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+71,7%), passando da 13.424 a 23.071 comunicazioni. Lo certifica una recente statistica diffusa dall’Istat. La crescita delle richieste di aiuto tramite chat è triplicata, passando da 829 a 3.347 messaggi. Tra i motivi che inducono a contattare il 1522, raddoppiano le chiamate per la “richiesta di aiuto da parte delle vittime di violenza” e le “segnalazioni per casi di violenza” che insieme rappresentano il 45,8% delle chiamate valide (in totale 10.577). Nel periodo considerato, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono cresciute del 107%. Crescono anche le chiamate per avere informazioni sui centri anti violenza (+65,7%).
Il numero verde è promosso e gestito dal Dipartimento per le pari opportunità (DPO) presso la Presidenza del Consiglio.
 

La Convenzione ILO n.190 su violenza e molestie di genere

La violenza contro le donne lavoratrici è anche uno dei temi più trattati dall’ILO, l’Agenzia dell’ONU che si occupa di lavoro e di politiche sociali. Nel 2019, durante la Conferenza internazionale del lavoro, sono state adottate la Convenzione ILO n.190 sulla violenza e le molestie e la Raccomandazione n.206, che esprimono un chiaro impegno per un mondo del lavoro libero dalla violenza e /dalle molestie. A fine gennaio 2021, il Parlamento italiano ha recepito formalmente la Convenzione e la relativa Raccomandazione in tema di molestie e violenza nei luoghi di lavoro. La Convenzione fornisce una definizione molto ampia di molestia, associandola ai comportamenti e alle pratiche che provocano, mirano a provocare o sono suscettibili di provocare danni fisici, psicologici, sessuali o economici. Sono considerati violenza non solo l'abuso fisico, dunque, ma anche quello verbale, oltre allo stalking e al mobbing. In particolare, si fa espresso riferimento alle violenze e alle molestie fondate sul genere. I due documenti hanno anche l’ambizione di contribuire alla realizzazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, anche nel contesto del COVID-19.
 

La violenza di genere nell’agenda del W20

Il 2021 è anche l’anno del primo G20 a presidenza italiana. Il summit è affiancato, ormai da cinque anni, dal W20 (Women 20), il gruppo di lavoro delle donne della società civile. Un’ulteriore occasione per ribadire l’importanza della lotta alla violenza di genere. Organizzazioni ed esperte di D.i.Re-Donne in rete contro la violenza hanno già redatto un Position paper dal titolo “Il cambiamento che vogliamo. Proposte femministe a 25 anni da Pechino” e l’hanno presentato alla delegazione italiana del W20.
“Oltre ai temi centrali del G20 – ovvero finanza, lavoro, digitale – il governo italiano intende impostare il G20 secondo tre parole chiave – people, planet, prosperity. Per quanto riguarda le donne, proporremo di includere la violenza di genere e le tematiche green”, ha spiegato Martina Rogato, sherpa del W20 che cura le relazioni con le delegazioni femminili degli altri paesi. Per Maria Grazia Giammarinaro, rappresentante di GIUdIT e già Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla tratta, “è fondamentale uno sguardo ampio sulla violenza di genere, capace di comprendere le connessioni tra violenza sessuale, violenza nelle relazioni intime, sfruttamento sessuale e lavorativo, che sono tutte gravi violazioni dei diritti umani delle donne”.

Redazione DOMINA
09/02/2020

 

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