Lavoro domestico, contributo pari a 1 punto di PIL

Dati Osservatorio DOMINA

Come riportato nel 5° Rapporto annuale sul Lavoro domestico a cura dell’Osservatorio DOMINA, il lavoro domestico coinvolge in Italia oltre 1,8 milioni di lavoratori e lavoratrici e circa 2 milioni di famiglie datori di lavoro. La componente irregolare rappresenta più della metà del totale, con un tasso di irregolarità pari al 51,8%.
Secondo i dati INPS relativi alla sola componente regolare, nel 2022 la spesa delle famiglie italiane per il lavoro domestico incontra per la prima volta un calo dopo l’aumento progressivo registrato dal 2017. Considerando la somma tra retribuzione dei lavoratori domestici, TFR e contributi versati, nel 2017 il valore complessivo era di 7,32 miliardi, mentre nel 2021 ha superato gli 8 miliardi e nel 2022, a seguito del calo dei lavoratori domestici, si è attestato a 7,72 miliardi. Si tratta comunque del secondo valore più alto del decennio, dopo quello del 2021.



Considerando il tasso di irregolarità al 51,8% fornito dall’ISTAT, è possibile stimare la componente irregolare, sia per quanto riguarda il numero di lavoratori che per la spesa delle famiglie. In questo modo, si ottiene il numero complessivo di lavoratori domestici, pari a 1,86 milioni.
La spesa delle famiglie raggiunge quindi i 14,3 miliardi, di cui 7,7 per badanti e 6,6 per colf. L’alto tasso di irregolarità determina il fatto che la retribuzione assorba il 90% della spesa complessiva (12,8 miliardi su 14,3 totali), con una componente molto piccola per contributi e TFR.
 


Pur avendo una produttività piuttosto bassa rispetto ad altri settori economici, il lavoro domestico offre comunque un contributo positivo al PIL italiano. Per valutarne l’impatto, viene messo in evidenza il rapporto tra il Valore Aggiunto generato dal Lavoro domestico rispetto a quello complessivo generato dall’economia italiana.
Negli ultimi anni il Valore Aggiunto prodotto dal lavoro domestico è in lieve ma progressiva diminuzione e, nel 2022, si attesta a 17,1 miliardi di euro (-3,4% rispetto al 2021). La contemporanea crescita del Valore Aggiunto totale, registrata nel 2022 (+7,0%), determina un live calo dell’incidenza %, pari all’1,0%.
A livello territoriale, oltre un quinto del “PIL del lavoro domestico” italiano è prodotto in Lombardia (21,5%). Seguono Lazio ed Emilia Romagna. Sono sette, complessivamente, le regioni in cui questo valore supera il miliardo di euro. Se invece consideriamo l’incidenza sul PIL regionale, i valori massimi si registrano in Sardegna (1,7%), Umbria (1,7%), Liguria (1,5%), Lazio (1,4%) e Toscana (1,4%).




Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA,il 5° Rapporto annuale sul lavoro domestico illustra chiaramente il contributo positivo del settore al sistema economico, sociale e previdenziale italiano. Pur essendo un settore poco sostenuto a livello istituzionale e basato essenzialmente sullo sforzo e sui risparmi delle famiglie, il contributo economico è di un punto di PIL (17,1 miliardi). A questo si aggiunge, peraltro, un imprescindibile contributo sociale, con le famiglie chiamate a svolgere un ruolo di welfare a proprio carico”.




Redazione DOMINA
02/01/2024

 

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