Quasi 8 miliardi dalle famiglie italiane per il lavoro domestico

Il costo di una badante incide per il 63% sul reddito medio dei pensionati

Nel 2022 le famiglie datori di lavoro domestico hanno speso complessivamente 7,7 miliardi per i loro collaboratori domestici, sommando retribuzioni, contributi e TFR.
L’Osservatorio Domina ha analizzato la spesa delle famiglie focalizzandosi sull’impatto che la spesa per una badante può avere su un reddito da pensione. Mediamente, a livello nazionale il costo lordo di una badante incide per il 63% su un reddito medio da pensione. Il peso del costo per la badante è ancora più intenso al Nord, superando il 70% in città come Brescia, Bergamo e Reggio Emilia e toccando il picco massimo a Verbano-Cusio-Ossola.

Come riportato nell’Osservatorio sui lavoratori domestici pubblicato dall’INPS, nel 2022 i lavoratori domestici che hanno versato i contributi all’INPS sono stati 894.299, con un decremento rispetto al 2021 pari a -7,9%.
Secondo l’INPS, la flessione si presenta dopo gli incrementi del biennio 2020-2021, dovuti alla regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il lockdown e all’entrata in vigore del decreto Rilancio.
Di conseguenza, anche la spesa delle famiglie per la gestione del lavoro domestico è in calo, passando da 8,22 miliardi nel 2021 a 7,72 miliardi nel 2022. Si tratta comunque della seconda cifra più alta dell’ultimo decennio, considerando le retribuzioni, i contributi e il TFR.

Osservando la distribuzione dei lavoratori domestici per classe di retribuzione annua, mediamente il 46,6% si colloca nella fascia inferiore a 6 mila euro. Solo il 18,1% percepisce invece oltre 12 mila euro annui.
La classe di retribuzione annua dipende evidentemente dal numero di ore lavorate. Per questo, nelle classi di retribuzione più elevate troviamo più badanti (42,2% con oltre 9 mila euro) che colf (25,8%). Al contrario, nella fascia con meno di 6 mila euro annui troviamo il 52,4% dei colf e il 40,4% dei badanti.
Le regioni con il maggior volume di spesa delle famiglie sono Lombardia (1,69 miliardi) e Lazio (1,07 miliardi): in queste due regioni si concentra oltre un terzo della spesa nazionale.








In altri termini, si può dire che, mediamente, il costo della badante incide per il 62,9% sul reddito medio di un pensionato italiano.
A livello provinciale, inoltre, la situazione è molto variegata: l’incidenza più bassa si registra in Sardegna, con il 36,5% di Cagliari, mentre il peso maggiore è quello di Verbano-Cusio-Ossola (76,9%). In generale, questo divario è dovuto al fatto che al Nord la spesa media per badante è nettamente più alta rispetto al Centro-Sud, mentre il divario tra le pensioni nette è minimo.
Infatti a Cagliari chi ha assunto una badante mediamente ha speso 6 mila euro all’anno, ed il 56% di questi operatori lavora meno di 14 ore, mentre a Verbano-Cusio-Ossola il 50% delle badanti ha contratti che prevedono un orario superiore alle 50 ore settimanali e di conseguenza il costo sale ad oltre 11 mila euro.
A variare da provincia a provincia sono infatti il numero di ore di utilizzo dell’operatore all’assistenza, questo o per maggior presenza di reti familiari o per maggior uso del lavoro informale.





Commenta Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale DOMINA: “Le prime analisi dell’Osservatorio DOMINA sui dati INPS evidenziano come le famiglie abbiano speso quasi 8 miliardi per i lavoratori domestici. In attesa della riforma sulla non autosufficienza, i cui decreti attuativi sono previsti entro gennaio 2024, le famiglie italiane sostengono una quota molto rilevante di welfare. Per esempio, il costo medio di una badante incide per il 63% su un reddito medio da pensione, superando il 70% in molte città del Nord.
Per questo, DOMINA ribadisce la necessità di sostenere le famiglie italiane, ad esempio aumentando gli sgravi fiscali per il lavoro domestico, per ridurre il lavoro nero e favorire la legalità e la sicurezza”.


Redazione DOMINA
3/7/2023

 

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